La visione dei colori e il Daltonismo

La visione dei colori e il Daltonismo

La primavera e l’estate sono le stagioni in cui la natura si risveglia e magicamente offre uno spettacolo di colori e profumi. Un vero e proprio mix di colori i quali sono percepiti in modo diverso per ciascuno di noi, in effetti la visione cromatica é una sensazione soggettiva e pertanto non possiamo sapere che un colore abbia la stessa intensità o sfumatura uguale per tutti.

Ogni oggetto, ambiente o altro che ci circondano sono colorati unicamente quando della luce naturale o artificiale li illuminano. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza: ad ogni onda corrisponde un colore.

 

Lo spettro elettromagnetico:

è l'insieme di tutte le onde: dalle onde radio (103 m) che rappresentano la parte più bassa dell’intero spettro elettromagnetico (corrispondenti a frequenze più basse e quindi a lunghezze d’onda più elevate), mentre le radiazioni UV (10-8 m) X e Gamma (10-12 m) sono nella parte alta.

Il nostro sistema visivo percepisce solo una piccola parte delle onde elettromagnetiche esistenti in natura; a questa corrisponde uno spettro di sette colori: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’ìndaco e il violetto.

La teoria dei colori di Newton.

Il fisico Inglese Isaac Newton intuì per primo che la luce era costituita da raggi colorati dotati di angoli di rifrazione differenti. Egli dimostrò sperimentalmente nel 1676 come, servendosi di un prisma triangolare, la luce bianca del sole possa venire scomposta nei vari colori dello spettro dimostrando che la luce bianca è la somma di quei colori.


Una cosa simile accade nell’arcobaleno: la luce che passa attraverso le piccole gocce d’acqua, sospese nell’aria dopo una pioggia, si scompone nei sette colori dello spettro (con tutte le relative gradazioni intermedie). Questo fenomeno fisico si chiama rifrazione.

Deriva quindi questa osservazione: l’oggetto che riflette tutte le onde luminose appare bianco (= somma di tutti i colori); l’oggetto che assorbe tutte le onde, senza restituirle ai nostri occhi, viene visto dai nostri occhi nero (= assenza di colori); l’oggetto che assorbe tutte le onde tranne una, ha il colore corrispondente a quell’unica onda ( ad esempio: un oggetto che non assorbe il verde, viene visto dai nostri occhi verde).

Per questa ragione alcuni artisti definiscono il bianco e il nero “non colori” perché il bianco è dato dalla somma di tutti i colori, il nero dall’assenza di colori.


John Dalton Chimico inglese (1766-1844), aveva una scarsa percezione dei colori. Nell'ambito degli studi dei problemi della vista viene riconosciuto questa affezione a tal punto che il disturbo prende il nome proprio da lui: daltonismo. In realtà, John Dalton non è propriamente daltonico, ma soffriva di deuteranopia.

Ripartizione dei colori:

I colori si suddividono in PRIMARI, SECONDARI E TERZIARI.

PRIMARI: rosso, blu, giallo, non possono essere generati da altri colori.


SECONDARI: arancio, verde, viola si ottengono mescolando due primari in parti uguali.


Mischiando due primari in quantità diverse, si ottiene un colore TERZIARIO come in questo esempio:

 

 

 

 

 

 

 

Come funziona la visione dei colori nell'occhio

 

La retina ricopre 3/4 della superficie interna del bulbo oculare ed è composta da 10 strati. Le sue cellule sensibili alle radiazioni luminose (fotorecettori) inviano al cervello degli impulsi fotochimici e elettrici attraverso il nervo ottico le informazioni da interpretare. Tra le cellule che compongono la retina si devono ricordare: i coni ( 7 milioni) che si trovano nella fovea (visione centrale dell'acuità visiva), responsabili della visione a colori ma sensibili solo a luci piuttosto intense; i bastoncelli (120 milioni) per la visione periferica, che sono particolarmente sensibili a basse intensità di luce e ai movimenti, ma non ai colori.

 

I pigmenti visivi responsabili della visione sono:

 

Rodopsina (porpora visiva) nei bastoncelli

Eritrolabio per il rosso nei coni

Clorolabio per il verde nei coni

Cianolabio per il blu nei coni

 

 

Cosa significa essere daltonici?

Il daltonismo è un disturbo dovuto a una errata percezione dei colori chiamata discromatopsia. La causa principale è quella genetica: in questo caso l'errore avviene sul cromosoma X ed è recessiva, questo significa che il difetto si manifesta quando entrambe le X sono affette. Questo però spiega anche come mai gli uomini (XY) abbiano più probabilità di essere daltonici rispetto alle donne: avendo una sola X è sufficiente che quest'ultima sia "malata" per rendere visibile il disturbo.“ La frequenza sulla popolazione mondiale è circa dell' 8% negli uomini e 0,4% nelle donne.

 

Ma vediamo le varie tipologie del mal-funzionamento dei ricettori visivi (coni):

 

  • Acromatopsia: in questo caso i coni sono a-funzionali, cecità totale ai colori

  • Discromatopsia: rappresenta il 25% dei soggetti con disturbo dei colori ed è causato dall'assenza del funzionamento di uno dei coni. Per il blu si parla di protanopia, verde deuteranopia, blu tritanopia. Quest'ultima non è legata al cromosoma X, perché la mutazione che la provoca avviene sul cromosoma 7 che è presente in due copie sia negli uomini che nelle donne.

  • Tricromatici anormali: malfunzionamento di uno dei tre ricettori quindi confondono facilmente i colori . Rappresentano il 70% dei disturbi visivi dei colori e sono composti da: protoanomali (rosso), deuteranomali (verde) e tritanomali (blu)

 

In conclusione ci possiamo porre la domanda se è possibile “curare” questo tipo di disturbo, anche se la maggior parte delle persone affette non si accorgono di averlo. In effetti si, la società americana EnChroma ha sviluppato delle lenti d'occhiali colorate che favoriscono l'aumento della visione dei contrasti e provocano la sensazione di poter distinguere più colori , basandosi sull'esito del test dei colori sarà indicato quale tipo di filtro le conviene di più. Per maggiori informazioni: https://enchroma.com .